Corso di Shodo

Un giorno un caro amico e maestro mi disse che non si poteva veramente comprendere il Bushido (la via del guerriero giapponese) se non si studiava il contesto storico e culturale dell’epoca e dei luoghi (il Giappone, ovviamente): in altre parole mi invitata a praticare altre arti e altre discipline che mi aiutassero a … “comprendere”.
E’ anche per questo che ho iniziato un lungo percorso di apprendimento, quello dello Shodo, l’arte della calligrafia tradizionale.
Eccomi in primo piano a destra, ripreso, alle prime armi (in tutti i sensi), presso la Scuola Shodo Yoshitaka – nel Tsuki Kage Dojo di Padova.

P.s.: ma non vi sembro un po’ il Maestro Miyagi in “Karate Kid”? Sarà per la pelata!

Scherzi a parte desidero ringraziare pubblicamente la mia insegnante, Sensei Maria Rosa Valluzzi per avermi aiutato nel ritrovare il mio “nuovo e vecchio” percorso di vita.

Sageo fatto a mano

Quello che sta nascendo, al centro del telaio in legno, è un sageo, cioè il cordoncino piatto, lungo circa 220 cm., che serve a legare alla cintura (obi) di un kimono una spada giapponese (nihonto).

Lo sto realizzando a mano con un telaio giapponese (marudai) ed utilizzando una tecnica ed un pattern che risale al medioevo (ante 1500), dopo il quale invece si sono affermati telai (es.: takadai) più simili a quelli europei e che utilizzano molti più fili sottolissimi di seta. Il marudai, al contrario “gestisce” solo un max di 36 fili di più elevato spessore (1-2 mm).

Con questo telaio però è anche possibile fare cordoni rodonti (es.: per armature kendo), piattine per intreccio tsukaito (l’impugnatura della katana), e decorazioni di armature fino ad un max di 5 cm di altezza (lunghezza infinita).

Un tempo erano proprio i samurai a farseli personalmente utilizzando il metodo del kumihimo, ora molto diffuso tra il gentil sesso.

Ci ho messo un bel po’ per imparare, ma adesso i risultati sono … discreti (per un giapponese …. grossolani).

Spero vi piaccia. Ovviamente l’obiettivo è il restauro di spade e finimenti antichi. Ciao

Mo’ mi faccio il sigillo!

Al termine di un corso di Shodo (l’arte della calligrafia giapponese) mi hanno proposto di realizzare il mio sigillo, scegliendo un kanji (ideogramma) che mi rappresentasse in qualche modo … mumble mumble … e allora ho scelto “FIORE”, scritto però nell’antico (quasi primordiale) stile “Tensho”, probabilmente il primo importato in Giappone dalla Cina e, comunque, antichissimo per la Cina stessa (dinastia Quin, 221 a.c.).

     
Sembra la scrittura degli alieni di Roswell! Chissà …


Tra le varie modalità ho scelto quello che rappresenta esplicitamente i calici dei fiori, le radici, il terreno ecc.
Perché il fiore mi rappresenta?
Vedi su https://www.facebook.com/hana.no.togi/
A cosa serve il sigillo? In Cina ed in Giappone rappresenta, anche ufficialmente, la firma di una persona ed è usabile anche in documenti con valore legale.
La pietra che ho inciso è la steatite (o pietra saponaria), da sempre usata per questo scopo.
Ciao

Benvenuti!

Questo sito nasce per raccontare svariati aspetti, culturali e non, legati al mondo della spada e delle lame giapponesi, viste però dal mio personale punto di vista.

Non vi sorprendete dunque se vi parlerò anche dell’arte di intrecciare il filo con un telaio, di laccare una scatola di legno o di calligrafia tradizionale. E’ il mio tentativo di “unire i puntini” di un modo esotico ed affascinante, entrati nel quale si è completamente presi dalla bellezza ed ossessionati per la perfezione.