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MANUTENZIONE ARMI GIAPPONESI IN LEGNO

Ciao a tutti! Scusate se uso questo canale per parlare solo a pochi, ma volevo dare, a tutti quelli che praticano arti marziali e usano armi in legno (bokken, jo, ecc.) qualche consiglio di manutenzione. Ho avuto modo, di recente, di maneggiare un vecchio bokken (originariamente di alta qualità) che però negli anni e dopo svariati colpi seri… era pressoché da buttare dato che il legno era secco e sfibrato e, a ogni nuovo colpo, si ammaccava o – peggio ancora – faceva delle pericolose schegge. Io stesso, nel tentativo di rimuovere le scheggiature, carteggiandolo con cura, non facevo altro che crearne di nuove, proprio perché il legno era sfibrato. Al di là del fatto che è antieconomico trattare male un’arma in legno, secondo me (ma voi sapete come la penso sulla “spiritualità” nelle armi giapponesi) non è nemmeno segno di molto “rispetto” nei confronti di una spada e di corretta “etichetta” nella pratica dell’arte. Ma è solo una mia opinione. In ogni caso, volevo consigliarvi di effettuare una semplice manutenzione alle vostra armi in legno con frequenza annuale, all’inizio dei corsi, se usate le armi solo in kata, almeno due volte l’anno (meglio tre!) se fate combattimenti e sono soggette ad urti. Come fare? Se l’arma è recente e poco usata, basta una carteggiata LEGGERA con carta abrasiva da 220, seguita da una passata lucidante a 400 (se avete 800 è anche meglio, il legno diventerà lucidissimo). Poi una passata di un batuffolo di cotone con POCO olio paglierino (lo trovate in tutti i negozi di colori), che servirà a proteggere e rendere elastiche le fibre del legno. Se l’arma è usata molto e sono presenti delle scheggiature meglio abbondare con la carta abrasiva 220 (magari prima passando una 120 solo sule scheggiature), per poi lucidare con la 400 e dare una passata di 800.L’olio paglierino non deve mancare: imbevete pure un foglio di carta cucina ripiegato e passatelo su tutta l’arma almeno 2 volte. Passate poi un foglio di carta cucina (o uno scottex) per “asciugare” l’olio in eccesso (che comunque viene assorbito rapidamente. Lasciare asciugare 1 notte prima di usare l’arma. Attenzione: personalmente sconsiglio l’olio di lino (crudo o cotto). Sporca molto e, secondo me, non è adatto per le armi in legno. Qualcuno usa l’olio di noci, che è più viscoso del paglierino (e quindi sporca un po’) ma è più protettivo. Quello originale giapponese costa una piccola fortuna, andate in un negozio di colori. ATTENZIONE: ha un alta tossicità se ingerito e può provocare gravi fenomeni allergici a chi è intollerante o allergico alle noci! Spero di essere stato utile. Buna pratica a tutti.

Kikko Gumi Sageo

Gli antichi giapponesi, sicuramente influenzati dalle loro credenze religiose, nonché dal loro particolarissimo rapporto con la morte, usavano trasferire in molti oggetti di uso quotidiano dei simboli che facessero riferimento al concetto di “lunga vita”: la tartaruga (kikko, in giapponese) è uno di questi.

Ma dato che nel medioevo giapponese l’attività principale, nei ceti più elevati, era … la guerra (!) il simbolo dell’esagono – rappresentante la tartaruga – era presente soprattutto nelle finiture di armi ed armature.

Purtroppo tali finiture (in particolare gli odoshi per le armature e i sageo per le spade) essendo realizzati in seta, non hanno “sopportato” molto bene lo scorrere del tempo e quindi ce le sono arrivate pochissime integre fino a noi.

Ad esempio, quello illustrato nella foto qui sotto rappresenta un sageo (la corda piatta che serviva a legare la spada alla cintura) realizzato fin dal periodo Heian (784-1184 A.D.)

Inutile dire che per me è stata una enorme soddisfazione personale, dopo oltre 1 anno di ricerche e di tentativi) essere riuscito e riprodurne uno, secondo uno dei “pattern” (modello di intreccio) dell’epoca.

E’ realizzato mediante il telaio “takadai” (vedi nel sito) con 52 tama (bobine di filo), ognuna delle quali può avere dai 5 ai 30 fili di seta per costituire il filo principale.

Ho provato la sensazione di ricostruire un pezzetto di storia giapponese.

 

 

 

Choji Oil

Ho appena finito di preparare l’infusione 2016!
Adesso bisogna aspettare un mesetto perché l’olio di vasellina (paraffina liquida purificata) estragga gli olii essenziali dai chiodi di garofano (principalmente l’eugenolo) e poi … pronto!
1 litro e mezzo di olio Choji per la pulizia delle lame delle katane (secondo rigorosa tradizione giapponese).
Qualcuno ne vuole? serve anche per il mal di denti!